NO WAR! PEACE NOW! ARRESTIAMO NETANYAHU!
STOP GENOCIDE! FREE PALESTINE!
ISRAELE STATO TERRORISTA=GERMANIA NAZISTA!
Si è conclusa stasera 7 dicembre senza incidenti in concomitanza con la Prima della Scala di Milano, la “chiamata alle arti” promossa dal centro sociale Cantiere: “la Prima popolare antimilitare, la Prima in cui non sono pochi ricchi, ma tutti i popoli, ad essere invitati. Una Prima aliena, queer, meticcia, oltre i generi e i confini”.
Una manifestazione contro le guerre, per fermare il genocidio del popolo palestinese e dire no al cd. “DDL Sicurezza 1660”, contro il governo e a favore del popolo palestinese. “Un appello alla galassia delle arti, degli spettacoli, delle espressioni, delle musiche. Una chiamata a tutti i pirati e gli hacker della Cultura con la C maiuscola, perché è nelle minuscole di tutti gli alfabeti, nelle note di ogni margine, nei colori di ogni latitudine che noi faremo tremare i ministeri della guerra, le istituzioni del sapere universale, guerrafondaio e genocida”, come si legge nel comunicato stampa.
Il corteo che ha visto la partecipazione di centri sociali, sindacati di base, associazioni e movimenti ha sfilato pacificamente per le vie del centro da Porta Venezia a Largo Cairoli, passando anche a lato della Sinagoga centrale Hechal David u-Mordechai, situata in via Guastalla 19 ed, infine, a distanza ravvicinata dal Teatro alla Scala. Secondo le stime della Questura che è rimasta a margine si parla di circa 5000 persone, ma il numero dei partecipanti è probabilmente il doppio, anche tenuto conto che la lunga marcia partita alle 15,00 e conclusasi verso le 18,00, si è svolta sotto la pioggia battente.
Tra gli slogan molti dedicati alla «intifada», cioè a quel movimento di rivolta anticolonizzazione sinonista, storicamente caratterizzato da un’anima popolare e democratica, a cui nel 1967 parteciparono tutte le classi sociali palestinesi. Grazie alla scelta di una resistenza «non armata», limitata a volte al solo lancio di pietre, questa prima grande marcia per la libertà e l’indipendenza portò ad isolare l’esercito israeliano e ad alimentare un’opposizione alle politiche d’occupazione, condannando le autorità di Tel-Aviv ad un certo isolamento internazionale. Ma, oggi, come scriviamo dall’inizio del conflitto, l’unica soluzione per isolare Israele dal resto del mondo e fermare il genocidio, è solo l’arresto del premier Netanyahu, dando finalmente esecuzione al mandato emesso dalla Corte Penale Internazionale, il cui portavoce ha recentemente affermato che in base all’articolo 27 dello Statuto di Roma “Non c’è immunità dall’azione penale” per nessun crimine di guerra e i mandati sono “validi a vita” e prima o poi vanno eseguiti senza possibilità di venire ritirati …