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VERSO UN OSSERVATORIO PERMANENTE SULLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NEL CAMPO DELLA SALUTE. GLI OBBLIGHI VIOLATI DA PARTE DELLO STATO

venerdì 07th, Settembre 2007 / 11:24 Written by

di Laura Trovati

Il prossimo 27 aprile 2007, a Bari, presso il Policlinico, Facoltà di Medicina, si svolgerà il Convegno "Salute per tutti. Un Obiettivo possibile", promosso dal PHM (People Health Movement), assieme a numerose altre organizzazioni, tra cui "Avvocati senza Frontiere", che si occupano della tutela del Diritto alla Salute e della violazione dei diritti umani in questo particolare ambito.             L’attenzione principale viene data al Sistema Sanitario (Health Care), ma anche ai fattori determinanti della salute, in campo sociale, economico e politico.
Lo scopo del convegno è duplice. Da una parte presentare in Italia la campagna mondiale lanciata a Cuenca dal People Health Movement su diritti umani e diritti alla salute e dall’altra chiedere al Governo e alle Autorità dello Stato l’istituzione di un osservatorio permanente sulla violazione dei diritti umani nel campo della salute, in ottemperanza agli impegni sottoscritti ad Alma Ata, e in relazione al Commento Generale 14 delle Nazioni Unite (Diritto al più alto standard di salute raggiungibile).
L’intervento che pubblichiamo sul tema è un contributo dello staff di Avvocati senza Frontiere, che auspichiamo possa rappresentare un punto di partenza per la costituzione dell’Osservatorio, a cui partecipino i cittadini e le associazioni di volontariato.   


Abstract

La risposta al quesito se esista o meno un “diritto alla salute” parte necessariamente dalla definizione di salute. Le diverse accezioni del termine configurano diversi scenari. Da quello tradizionale di “assenza di malattia” legato alla millenaria – ed ormai obsoleta – concezione della professione medica, fino all’acquisizione di una concezione che si fonda sull’esigenza di curare le persone, e non solo le malattie, e implica, pertanto, l’adozione di un insieme di provvedimenti in svariati settori.
Il concetto di salute secondo la definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e, secondo quanto precisato nella Carta di Ottawa, implica il conseguimento di uno stato di completo benessere fisico dell’individuo, sia mentale che sociale; l’individuo o il gruppo devono essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di modificare l’ambiente o adattarvisi. La promozione della salute non è perciò responsabilità esclusiva del settore sanitario, in quanto, i requisiti per la sua realizzazione sono visti in una luce intersettoriale che amplia l’esigenza di intervento dei governi. Le condizioni fondamentali per la salute sono considerate: la pace, il cibo, l’istruzione, la casa, un lavoro, il reddito, un ecosistema stabile ed equilibrato, la giustizia sociale e l’equità.
Il diritto alla salute viene riconosciuto in numerosi documenti internazionali tra i quali: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la Convenzione Internazionale sulla Eliminazione di ogni forma di Discriminazione Razziale, la Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, etc. In particolar modo, quest’ultima, fornisce l’articolazione più completa sul diritto alla salute nella legislazione internazionale sui diritti umani. L’articolo 12 della Convenzione riconosce “il diritto di ognuno al godimento dello standard di salute fisica e mentale più elevato che possa essere raggiunto”. Il diritto alla salute si fonda non solo sulle cure appropriate e tempestive, ma si estende anche ai fattori che stanno alla base della salute, cioè l’accesso all’acqua potabile, adeguate misure igieniche, un adeguato apporto di cibo sano, nutrizione e abitazione, condizioni di lavoro e ambientali sicure, accesso all’informazione e all’educazione correlata alla salute, inclusa la salute sessuale e riproduttiva.
Tutti gli Stati firmatari della Convenzione hanno precisi obblighi per quanto riguarda il diritto alla salute. Essi possono riassumersi in obblighi di rispetto, di protezione e di adempimento.
L’obbligo di rispetto implica per lo Stato l’astenersi dal negare o limitare a tutte le persone (inclusi i prigionieri, i detenuti o le minoranze) un uguale accesso ai servizi di prevenzione e cura; l’astenersi dal limitare l’accesso ai contraccettivi; l’astenersi dall’inquinare l’aria, l’acqua o il suolo senza alcuna regola.
L’obbligo di proteggere include l’adozione di una legislazione che assicuri a tutti l’uguale accesso alle cure e ai servizi medici; che assicuri che il personale medico e gli altri professionisti abbiano una adeguata preparazione, possano acquisire abilità professionale e abbiano un codice deontologico ed etico.
L’obbligo di adempimento implica il riconoscimento del diritto alla salute nelle politiche nazionali ed internazionali, nel sistema legale attraverso l’adozione di leggi specifiche, di piani dettagliati di assistenza sanitaria, di vaccinazione, di formazione del personale medico, etc. Deve essere altresì assicurata e promossa la ricerca medica e l’educazione sanitaria con il lancio di campagne di informazione.
Ogni Stato firmatario della Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali si deve impegnare al perseguimento degli obblighi principali sopra enumerati in quanto essi sono considerati come inderogabili.
Tuttavia le misure più appropriate per assicurare il diritto alla salute variano da Stato a Stato. Ogni Stato ha l’obbligo di verificare quali siano le misure migliori da adottare in base alle specifiche circostanze. L’adozione di una strategia nazionale si basa su precise politiche e sull’identificazione delle risorse disponibili per il raggiungimento degli obiettivi. Ciò implica l’adozione di una legge quadro che renda operativa la strategia nazionale e che comprenda i meccanismi per monitorare l’applicazione dei piani di azione. Deve perciò includere la previsione degli obiettivi da raggiungere, il lasso di tempo in cui si prevede di raggiungerli e i mezzi attraverso i quali si vogliono raggiungere tali obiettivi e le responsabilità istituzionali legate alla realizzazione della strategia nazionale.
Le violazioni del diritto alla salute possono manifestarsi per mezzo di una azione o di una omissione.  Si hanno violazioni per mezzo di un’azione quando lo Stato o un’altra entità adotti misure che ostacolino l’adempimento delle obbligazioni principali: il rigetto dell’adozione di leggi necessarie per il godimento al diritto alla salute o l’adozione di leggi che siano incompatibili con gli obblighi preesistenti. Le violazioni si manifestano per mezzo di un’omissione nel caso della mancata adozione di politiche nazionali sulla sicurezza e l’igiene o la mancata adozione di leggi rilevanti.
Chiunque possa essere vittima di una violazione del diritto alla salute (persona o gruppo di persone), deve poter avere accesso ad un giusto procedimento giudiziario o rimedi analoghi, a livello sia nazionale che internazionale. L’incorporazione di strumenti internazionali all’interno del sistema legale nazionale autorizza i giudici a procedere nei casi di violazione dei diritti alla salute con riferimento diretto alla Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali. Ogni vittima diventa perciò titolare di un diritto ad un adeguato risarcimento.
Un importante compito di rilevazione e verifica delle violazioni del diritto alla salute sussiste in capo alle commissioni sui diritti umani, i forum dei consumatori, le associazioni per i
diritti dei pazienti, i difensori degli utenti. Proprio in questa ottica diviene rilevante la costituzione di un osservatorio permanente sulle violazione dei diritti umani nel campo specifico del diritto alla salute, il cui compito è quello di redigere annualmente un rapporto da sottoporre alle autorità locali e nazionali. In tal modo potrà essere garantito il rispetto del diritto alla salute a livello internazionale, regionale e locale.

Il testo integrale sarà pubblicato sul prossimo numero in rete nel mese di settembre.
                                                                                       
                                                                                               Laura Trovati (Giurista)

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