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Wind: I lavoratori diffidano i sindacati nazionali

domenica 10th, Febbraio 2008 / 15:20 Written by

Giovedì 24 i lavoratori della sede Wind di Milano sono scesi davanti ai cancelli per protestare contro il trasferimento da Milano a Roma che l’azienda vuole imporre a  240 dipendenti con il beneplacito delle OO.SS. nazionali,  il cui accordo è stato messo sotto accusa addirittura mediante una formale diffida stragiudiziale sostenuta dalla rete di Avvocati senza Frontiere.
 
Molti gli impiegati/e con figli e le madri lavoratrici per i/le quali, nonostante gli incentivi, sarebbe molto arduo accettare di spostarsi e che sarebbero sostanzialmente "costretti" loro malgrado a dimettersi: un modo moderno e a costo zero per imporre il licenziamento.
Sotto accusa l’accordo siglato a dicembre tra l’azienda e i sindacati nazionali che mette nero su bianco il trasferimento del personale.
La richiesta dei lavoratori è di non ratificarlo e di aprire un tavolo a cui possano partecipare anche le istituzioni locali.
La vertenza va avanti ormai da diversi mesi e ha avuto inizio quando Wind ha reso noti i piani di trasferimento da Milano a Roma, adducendo una non meglio precisata riorganizzazione aziendale.
L’art. 25 del CCNL delle telecomunicazioni prevede che un lavoratore, uno o più gruppi possano essere trasferiti in altra sede solo per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive. Ragioni che, secondo  i rappresentanti della sede milanese di Wind "non sussistono, sono illegittime e pretestuose". D’altronde,  secondo i lavoratori,  il CCNL non prevede che  i miglioramenti del  processo produttivo siano strettamente legati alla presenza fisica a Roma e all’art. 22 prevede espressamente il telelavoro considerandolo "una modalità di svolgimento della prestazione che permette di modernizzare l’organizzazione del lavoro realizzando un miglioramento del processo produttivo delle imprese e conciliando l’attività lavorativa delle persone con la vita sociale e familiare."
Dal punto di vista procedurale i lavoratori denunciano che i tre firmatari non avessero alcun mandato per siglare accordi con Wind, essendo stati incaricati esclusivamente di raccogliere le offerte dell’azienda. Uno dei punti più paradossali dell’accordo-truffa è che i firmatari hanno sostenuto la bontà dell’intesa, appoggiandosi al fatto che 1500 lavoratori, riconducibili alle sole sedi di Palermo, Napoli e Ivrea (su un totale di circa 7000), avrebbero accettato il piano di Wind, che prevede incentivi in loro favore, barattando così i vantaggi dei primi con i diritti dei restanti che vengono tagliati fuori. Una moderna politica sindacale che più che la difesa dei lavoratori ricorda il famoso brocardo "Divide et impera" con cui gli antichi romani si garantivano il controllo delle colonie. 
Senza contare poi che, mentre nei rapporti "business to business" con aziende quali Auchan e Aotostrade, la WIND si vanta della distribuzione di servizi in remoto e virtuali, all’interno dell’azienda, coi propri lavoratori, pretende la centralizzazione "gomito a gomito".
In conclusione i lavoratori di Milano insieme alla RSU e sindacati territoriali chiedono ai sindacati nazionali Tlc e Wind di non sottoscrivere l’accordo perchè illegittimo, visto che è  stato concordato dalle OO.SS nazionali con l’azienda senza alcun valido mandato dei lavoratori da trasferire e che non è idoneo a tutelare i loro interessi. La definizione della vertenza potrà avvenire solo se sarà aperta una trattativa sindacale territoriale, locale e decentrata che tenga in considerazione ogni singola problematica dei soggetti interessati.
Per maggiori approfondimenti: http://w240.wordpress.com/  

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