L’appello di Andrea Camilleri
Caro direttore, i milanesi come reagirebbero se dicessero loro che c’è un progetto avanzato di ricerche petrolifere proprio davanti al Duomo? Rifarebbero certo le cinque giornate.
E i veneziani, se venissero a sapere che vorrebbero cominciare a carotare a San Marco?
E i fiorentini, sopporterebbero le trivelle a Santa Croce?
I rispettivi abitanti che ne direbbero di scavi per la ricerca del petrolio a Roma tra i Fori imperiali e il Colosseo, a piazza De Ferrari a Genova, sulle colline di Torino, a piazza delle Erbe, a piazza Grande, lungo le rive del Garda?
Non si sentirebbero offesi e scempiati nel più profondo del loro essere?
Ebbene, in Sicilia, e precisamente in una zona che è stata dichiarata dall’Unesco "patrimonio mondiale dell’umanità", il Val di Noto, dove il destino e la Storia hanno voluto radunare gli inestimabili, irrepetibili, immensi capolavori del tardo barocco, una società petrolifera americana, la "Panther Eureka", è stata qualche anno fa autorizzata, dall’ex assessore all’industria della Regione Sicilia, a compiervi trivellazioni e prospezioni per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo. In caso positivo (positivo per la "Panther Eureka", naturalmente) è già prevista la concessione per lo sfruttamento dell’eventuale giacimento." In parole povere, questo significa distruggere, in un sol colpo e totalmente, paesaggio e storia, cultura e identità, bellezza e armonia, il meglio di noi insomma, a favore di una sordida manovra d’arricchimento di pochi spacciata come azione necessaria e indispensabile per tutti. E inoltre si darebbe un colpo mortale al rifiorente turismo, rendendo del tutto vane opere (come ad esempio l’aeroporto Pio La Torre di Comiso) e iniziative sorte in appoggio all’industria turistica, che in Sicilia è ancora tutta da sviluppare".
Con questo toccante appello di Camilleri, apparso sul quotidiano "la Repubblica", oltre 70.000 persone hanno firmato per fermare le trivellazioni in Val di Noto. In questo numero pubblichiamo, come sollecitatoci dai lettori siciliani, un dossier, corredato di testimonianze, tappe, dati e interrogazioni parlamentari, auspicando che la pressione popolare, attraverso il dissenso di un numero sempre crescente di persone comuni, intellettuali, artisti, giornalisti, etc., possa contribuire a bloccare le scellerate trivellazioni nel cuore pulsante di una zona del nostro amato Paese dichiarata dall’Unesco "patrimonio mondiale dell’Umanità".
Il "Val di Noto" è infatti uno dei lembi di terra più belli della Sicilia sud-orientale, talmente bella e culturalmente importante da diventare nel 2002, con otto sue città, inserite nella World Heritage List dell’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità. Tale riconoscimento ha consentito l’avvio di una diversa forma di sviluppo basato su turismo, artigianato ed enologia con una crescita delle presenze turistiche valutato nel 2005 del 20 per cento in più rispetto nel 2004.
In tale contesto, venerdi 15 giugno, le agenzie di stampa battono le notizia, ripresa da tutti i TG della sera, secondo la quale la Panther Eureka srl rinuncia alle trivellazioni in Val di Noto. Lo stesso giorno in una conferenza stampa il Presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro rilascia delle dichiarazioni di conferma ed esprime la propria soddisfazione per il mutamento di rotta della Panther. In realtà, si scopre che a fronte di cotanta "enfasi comunicativa", i petrolieri si ritirano da zone che erano già supervincolate e che non sarebbero potute mai e poi mai essere trivellate. Praticamente dichiarano che non trivelleranno il già non trivellabile, il centro abitato di Noto, le Buffer zone (le zone di rispetto ai bordi del centro abitato), la zona archeologica di Noto antica e la zona attorno alla Riserva di Vendicari: in una parola i patrimoni Unesco.
La rinuncia mediatica si è rilevata operazione di intelligente strategia comunicativa e tentativo (riuscito) di sterilizzare e svuotare di significato le contestazioni della popolazione locale che di lì a poco si erano date appuntamento a Noto. Dopo appena tre giorni, infatti, si è tenuta l’inaugurazione della Cattedrale di Noto, la cattedrale barocca più antica del mondo che dopo il terremoto di Santa Lucia del 1992 è stata ricostruita con un notevole finanziamento della Comunità Europea.
Il paradosso è servito.
L’urlo delle origini.
Immagina di attraversare il filo che lega Scilla e Cariddi e approdare in un luogo senza luogo,
dimensione del cuore più che della geografia la cui eco unisce in un unico abbraccio leoni, farfalle, uomini.
Immagina onde piegate in un comune respiro, specchio che il tempo non può scalfire e che ogni uomo può sentire in una conchiglia,
Immagina che un odore di salsedine aspetti per diventare la tua cornice.
Immagina una zingara adornata di mandorlo in fiore, la sua danza è inebriata dal profumo delle viti e dal fragore delle onde, il suo periglio nasce da chi la dovrebbe amare e proteggere
Intanto Re scirocco soffia l’Africa in questo tra i tanti interminabili pomeriggi.
Antica culla, eterno stupore.
Adesso immagina che non sia l’azzurro a confondere l’abbraccio del cielo con la terra,
e che un immenso piombo ti stagli sul limite terreno.
Adesso immagina giganteschi mostri di cemento che fanno tremare i gioielli della storia.
Eppure poco più in là già le creature del mare hanno tre code e i bambini vagiti sofferenti.
Pianeta capovolto, orizzonti di buio intorno, eppur così non doveva più essere.
Alla ricerca di alienanti accumulazioni, asettiche perfezioni, comode abitudini.
Quanto tempo perso dietro una chimera.
Nel disegno di un istante il richiamo di un laccio sotto pelle. Niente può impedire le ondate dell’origine. Niente può impedire l’urlo prima che Lei diventi, ancora una volta, preda.
Dafne Anastasi
La Cultura trivellata: le tappe di Noto.
Tutto iniziò nel 2000 con la L.R. n.14 del 3 luglio 2000, che recepì la Direttiva Comunitaria 94/22/CE relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. In particolare l’articolo 6 recita: "I proprietari o possessori dei fondi compresi nel perimetro del permesso o della concessione non possono opporsi alle operazioni di prospezione, ai lavori di ricerca e ai lavori necessari per la coltivazione e sfruttamento del giacimento; non sono soggetti ad alcun provvedimento autorizzatorio."
Il Val di Noto è uno dei lembi di terra più belli della Sicilia sud-orientale, talmente bella e culturalmente importante da diventare nel 2002, con otto sue
città, inserite nella World Heritage List dell’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità . Tale riconoscimento ha consentito l’avvio di una diversa forma di sviluppo basato su turismo, artigianato ed enologia con una crescita delle presenze turistiche valutato nel 2005 del 20 per cento in più rispetto nel 2004;
In seguito alla legge regionale, il 30/10/2003, con il D.A. n.91 venne emanato dalla Regione Sicilia il Disciplinare Tipo, risultato di un accordo con l’Assessorato all’Industria, che in sostanza dette carta bianca alle compagnie petrolifere di operare in modo quasi incontrastato in un territorio sovrano. Da quel momento svariate compagnie calarono in Sicilia per le condizioni favorevolissime determinate dal nuovo quadro normativo. Così, dopo Priolo e la distruzione del litorale di Augusta, dopo aver "cambiato rotta politica" e aver scelto saggiamente per lo sviluppo di questa area la via del turismo, delle "risorse rinnovabili", delle coltivazioni di pregio, della valorizzazione di tutto quello che per grazia ricevuta c’è e c’è solo qui e da nessuna altra parte al mondo.
In seguito ad una richiesta di permessi da parte di 4 compagnie petrolifere, l’Assessore all’Industria, Marina Noè, tra il 19 ed il 22 marzo 2004 firmò 4 Decreti che dettero a 4 compagnie petrolifere (Eni, Sarcis, Edison e Panther Resources) il "via libera" alla "ricerca e all’estrazione di idrocarburi gassosi e liquidi" in tutta la Sicilia orientale e nelle 4 Provincie di Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna.
Dalla premessa del Disciplinare si legge che "la concessione comprende anche il diritto a costruire, esercire e mantenere un sistema, parziale o completo, di serbatoi e di condotte. […] Tale sistema può comprendere, fra l’altro, le stazioni di spinta iniziale o intermedie e i relativi serbatoi, macchinari annessi, le condotte principali e secondarie". Ovvero, permesso di trasformare l’intero Val di Noto in un enorme complesso estrattivo gas-petrolifero. In pratica, il Texas italiano, per un totale di 1603 kmq su una superficie totale dell’isola di 25.707 kmq, pari al 6,2% dell’intero territorio regionale.
All’inizio della vicenda i Sindaci dei Comuni del Val di Noto, per rendere pubblica la questione, si limitarono ad affiggere un avviso all’albo pretorio, e così, nei 60 giorni previsti dalla legge per eventuali reclami, nessuno seppe o poté reagire.
La faccenda avrebbe proseguito il suo iter nel silenzio generale se, dopo le prime denunce dei Verdi di Siracusa (ottobre 2004) e la presa di coscienza delle Associazioni ambientaliste, non fosse nato in Gennaio 2005 il Comitato contro le trivellazioni, promosso dagli operatori turistici della zona, dalle Associazioni ambientaliste, dai cittadini, dai partiti politici e da singoli uomini politici.
Il Comitato cominciò a sollevare la questione di incompatibilità di tali iniziative estrattive con il modello turistico-agricolo che il territorio si era dato faticosamente e dei gravi e prevedibili guasti ambientali che inevitabilmente accompagnano lo sfruttamento dei giacimenti gas-petroliferi, che rischiano di creare più danni che vantaggi in una zona della Sicilia da tempo votata al turismo naturalistico e culturale.
Al teatro comunale di Noto il 9 aprile 2005 un grande forum pubblico, organizzato dalla rivista Il Ponte insieme al Comitato vide deputati nazionali e regionali insieme a consiglieri provinciali, sindacati e Sindaci del Val di Noto firmare un documento che li impegnava a contrastare nei modi possibili l’avanzata dei petrolieri nel Val di Noto.
L’11 agosto 2005 il Comitato fece presentare a Legambiente Nazionale un ricorso al T.A.R. Sicilia per vizi procedurali riscontrati nell’iter autorizzativo dei permessi.
Le autorizzazioni sono, infatti, prive di valutazione d’impatto ambientale e valutazione d’incidenza nonostante il progetto rientri fra quelli previsti dalla lettera T dell’allegato A al decreto del presidente della Repubblica del 12 aprile 1996 per i quali a norma dell’art. 1 coma 3, del citato indirizzo a atto di coordinamento, sono obbligatorie in via preventiva.
Nel frattempo l’On. Fabio Granata, Assessore al Turismo nel passato governo Cuffaro, aveva richiesto al suo governo di revocare i permessi dati, ma alla fine era riuscito ad ottenere dalla Giunta Regionale delle sospensioni dei permessi in data 20 maggio 2005, reiterate in data 13 luglio 2005. La Giunta del Governo Regionale con delibera n. 220 del 20 maggio 2005 diede mandato al competente Assessorato all’Industria (lo stesso che aveva firmato il decreto di concessione) di sospendere il rilascio dei permessi di prospezione e ricerca di concessioni di coltivazioni di idrocarburi in giacimento nelle aree dichiarate patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.
Con successiva delibera n. 323 del 13 luglio 2005 venne decisa l’immediata sospensione di tutte le attività estrattive.
Le delibere di sospensione sono state impugnate dalla Panther Resources e quindi sospese dal TAR il 1° dicembre 2005 Sicilia per incompetenza della Giunta a disporre motu proprio la sospensione.
Da quel momento sono proseguite le attività della Panther da un lato, del Comitato e di una parte del mondo politico dall’altro: interpellanze parlamentari dei Verdi a livello regionale, nazionale ed europeo, dei DS a livello europeo.
Richieste di annullamento del Decreto n.16 del 31 marzo 2004 vennero dall’intero centro-sinistra regionale il 31 marzo 2005: senza esito.
In altra sede, e precisamente a Ragusa, il Sindaco Solarino del centrosinistra, invece, concesse sua sponte le autorizzazioni comunali previste per iniziare le ricerche gas-petrolifere. A livello regionale fu bocciato dall’Assemblea Regionale ed in modo trasversale da svariate forze politiche, in piena estate 2005, un articolo della nuova legge sul turismo, presentato da vari politici del centro-sinistra e centro-destra, che avrebbe potuto bloccare l’iter della questione, grazie ad un deputato di Forza Italia che chiese ed ottenne il voto segreto.
Infine, il 23 gennaio 2006 cinque tra i più grandi Comuni del Val di Noto (Noto, Caltagirone, Modica, Rosolini e Buscami), a cui poi si sono aggiunti Avola e Chiaramente Gulfi, in consigli comunali allargati votarono una mozione in cui si dice a chiare lettere NO al modello di sviluppo che passa dalla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi e si richiede alla Regione di tornare indietro sui suoi passi.
La Provincia Regionale di Siracusa, che col suo Consiglio Provinciale votò una presa di posizione ferma contro le ricerche gas-petrolifere, ha incaricato un pool di avvocati a difesa del territorio.
Il problema, intanto, diventa sempre più urgente poiché uomini della Panther sono venuti a cercare i proprietari di terreni a 4 km da Noto: per avviare le loro attività chiedono loro di cedere porzioni di terreni di 0,6 ettari per impiantare i cantieri. I proprietari dei terreni, ignari della vicenda, stupiti e contrariati si sono rivolti al Comitato per capire cosa fare. Alcuni di questi hanno già in programma l’avvio di attività turistiche rurali a due passi dalle quali ci saranno gli impianti. Altri hanno impiantato vigneti per rilanciare la viticoltura di qualità. Il Comitato, dopo averli ascoltati ed aver valutato lo stato dei fatti, ha deciso di intensificare le attività che dovranno portare alla liberazione del Val di Noto dall’incubo delle trivellazioni gas-petrolifere per poter proseguire il cammino verso uno sviluppo sostenibile che abbia come perno il turismo sostenibile di qualità e una agricoltura
fondata sui prodotti tipici del territorio (olio, vino, mandorle, agrumi, ecc.).
Intanto, alle elezioni comunali di Noto Sindaco di Noto è risultato l’Avv. Corrado Valvo di Alleanza Nazionale, che aveva messo al primo punto del programma il NO alle trivellazioni gas-petrolifere. Il candidato sindaco di una parte del centro-sinistra si era detto preoccupato per l’allarmismo del Comitato NOTRIV e non era così preoccupato come tutto il resto del sud-est siciliano. Il nuovo Sindaco si è detto disposto ad indossare la fascia tricolore e, insieme ai cittadini, a fermare i mezzi dei petrolieri nel caso entrassero nel suo territorio. In seguito ha incaricato con delibera di Giunta il Comitato NOTRIV di costituire un gruppo di monitoraggio comunale, senza alcun emolumento, per seguire gli sviluppi e riferire all’Amministrazione. Inoltre, ha fatto conoscere al comitato contro le trivellazioni una singolare missiva dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente che richiedeva ai petrolieri documenti che dovevano essere preliminari all’emanazione dell’autorizzazione e dalla cui produzione i petrolieri furono esonerati. V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) e Valutazione di Incidenza, richiesta poiché le zone di perforazione ricadono vicino a Siti d’Importanza Comunitaria e a Zone di Protezione Speciale.
Ciò ha scatenato le ire dei petrolieri, che minacciano di impugnare tale richiesta della Regione. L’assenza di tali importanti documenti è stata oggetto di un ricorso al T.A.R. Sicilia che il "Comitato per le Energie rinnovabili e contro le trivellazioni gas-petrolifere in Sicilia" ha fatto presentare a Legambiente Nazionale e che non ha ancora trovato risposta dal T.A.R.
La Regione Sicilia ha già dato e troppo: Gela, Milazzo, Priolo ed Augusta insegnano.
Una delle accuse che viene mossa dalla Panther a tutti coloro i quali si oppongono alle trivellazioni è che gli oppositori alle trivellazioni siano una componente esigua e di nicchia. Se questo fosse vero come si spiegherebbero le mobilitazioni spontanee e soprattutto il gran numero di interrogazioni parlamentari sulla vicenda?
Le posizioni della politica nazionale.
27 luglio 2006: Interrogazione dell’onorevole Grazia Francescato al Ministro dei beni culturali al Ministro delle attività produttive e al Ministro dell’Ambiente.
"I decreti di concessione sono basati sulla legge regionale n.14 del 2000 che disciplina la ricerca e coltivazione di idrocarburi nel territorio della regione inizialmente distanti dalle aree più delicate. Nel maggio 2006 la Panther ha chiesto ai proprietari di terreni a 4 km da Noto di cedere porzioni di terreni di 0,6 ettari per impiantare loro cantieri ed avviare le loro attività; stupisce più di ogni altra cosa l’assenza della Valutazione di impatto ambientale e la Valutazione di incidenza relativa agli interventi previsti. Desta perplessità il fatto che queste due procedure siano state richieste ora e non allora; d’altro canto va anche considerato che la Regione Sicilia se bloccasse autonomamente le concessioni, potrebbe esporsi alla rivalsa delle società concessionarie, relativamente ai danni prodotti dagli investimenti non andati a buon fine; tale rischio sarebbe minore se il blocco o la riconsiderazione delle attività fosse imposto a livello centrale; in ogni caso è difficilmente accettabile che si possa mettere a rischio il patrimonio del Val di Noto per 100 mila euro annui a pozzo, più il 7 per cento di royalty da dividere fra comune e regione."
A quanto esposto conclusivamente si aggiunge che con la legge 20 febbraio 2006, n. 77 sono state introdotte nel nostro ordinamento misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella "lista del patrimonio mondiale", posti sotto la tutela dell’ UNESCO;
La presente interrogazione ha per oggetto sapere quali siano gli intendimenti del ministro interpellato in merito alla vicenda e se non ritenga opportuno intervenire, con gli strumenti che gli sono propri, per bloccare la prosecuzione delle trivellazioni petrolifere nell’area del Val di Noto."
29 aprile 2007: Lettera del Ministro dell‘ Ambiente e della Tutela del Territorio Alfonso Pecoraro Scanio al Presidente della Regione Sicilia e per conoscenza all’ Assessore Regionale del Territorio ed Ambiente Rossana Interlandi. "La prescritta valutazione d’incidenza atta ad evidenziare ogni possibile impatto, diretto od indiretto, sul mantenimento delle specie e degli habitat, deve essere acquisita preventivamente poiché a rispondere all’ Unione Europea per eventuali violazioni della Direttiva " Habitat" ( da cui l’istituzione dei Siti d’ Importanza Comunitaria ) è chiamato lo Stato. Ti chiedo di sapere le conclusioni di tale valutazione e le misure che si intendono adottare per evitare l’ eventuale danno che tale intervento potrà provocare al patrimonio ambientale, culturale, storico ed artistico del Val di Noto.
17 ottobre 2005: Interrogazione parlamentare dell’onorevole De Petris. "Il governo intervenga subito per revocare la concessione per le attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Val di Noto, opponendosi così allo scempio ambientale ed economico in una delle zone di più rilevante interesse ambientale del nostro paese. Adesso il Val di Noto rischia seriamente di essere compromessa a causa delle operazioni di scavo e ricerca che aggrediranno il territorio. Il governo "deve intervenire per tutelare l’area interessata che rischia di essere compromessa da attività che mal si conciliano con la vocazione naturale del territorio e con la presenza di beni culturali ed attività agricole di assoluto rilievo nazionale".
7 maggio 2007. Interrogazione parlamentare degli onorevoli Samperi e Burtone: " La dissennata ricerca del petrolio minaccia di sconvolgere nella Sicilia sud orientale l’equilibrio naturale del suo territorio, la sua vocazione turistica e culturale, i capolavori del barocco incastonati come gioielli, un tesoro unico al mondo irripetibile, inestimabile dichiarato dall’Unesco, patrimonio mondi
ale dell’umanità. (…) Chiediamo al governo della Regione Sicilia quali iniziative intenda promuovere dal momento che la Sicilia è il più grande giacimento culturale dell’intero pianeta e le perforazioni del terreno minacciano di inquinare le falde acquifere; se ritenga di promuovere; se ritenga di promuovere un incontro con i soggetti interessati affinché provvedano, ognuno per le proprie competenze, ad intervenire sollecitamente e specificamente alla sospensione di ogni ricerca, valutando l’opportunità di indirizzare alle Sovrintentendenze di Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna gli opportuni indirizzi per l’imposizione del vincolo paesaggistico nelle aree interessate.
Le posizioni della politica regionale:
L’Assemblea Regionale Siciliana nella seduta del 27-28 gennaio 2007 ha approvato un ordine del giorno, accettato con raccomandazione, che impegnava il governo della Regione a sospendere con effetto immediato le ricerche petrolifere e i pozzi attivati nelle aree di pertinenza dei siti Unesco del Val di Noto e ad istituire una commissione straordinaria sulle autorizzazioni alle ricerche petrolifere composta dall’assessore regionale per i beni culturali e ambientali e per la pubblica istruzione, dall’assessore regionale per il turismo, le comunicazioni e i trasporti, dall’assessore per l’industria, dall’assessore per l’agricoltura e le foreste (o un loro delegato), dal Presidente della Provincia e dai Sindaci dei comini interessati alle ricerche, al fine di revocare definitivamente o autorizzare le ricerche in relazione all’impatto che le stesse avranno sui siti patrimonio dell’umanità e sul loro paesaggio culturale.
La prospettiva scientifica:
L’ Ing. PHILIPPE PALLAS (CONSULENTE DELL’O.N.U. PER LA VALUTAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE) in una sua dettagliata relazione su "IMPATTO AMBIENTALE PER LA REALIZZAZIONE DI POZZO ESPLORATIVO DI SFRUTTAMENTO" fa emergere numerosi e significativi punti di criticità in pregiudizio del territorio e della comunità insediata.
In particolare:
– si evidenziano rischi non trascurabili, anche proiettati nel tempo, ben al di là della mera prospettazione degli interventi (nella relazione scientifica sono citati numerosi casi nel mondo. "La vita produttiva di un pozzo non è molto lunga e rapidamente la produzione diminuisce e necessita la trivellazione di un altro pozzo per mantenere la produzione stabile, ed allora l’ analisi dei rischi va dunque vista non soltanto come un’ esame dei rischi legati alla perforazione di un solo pozzo";
– la tecnica che la Panther descrive di usare è il Ground Penetrating Radar, ma tale tecnica non appare fattibile poiché ( da esperimenti fatti in Egitto ) non è in grado di penetrare oltre gli strati argillosi. E’ molto probabile che verrà utilizzata la sismica riflessione con uso di esplosivi in pozzi superficiali oppure grossi vibratori che provocano mini-terremoti. Queste scosse possono avere un impatto negativo sulla circolazione delle acque sotterranee nelle fessure e faglie dei calcari;
– la perforazione progettata può diventare una fonte di inquinamento ( numerosi casi di inquinamento sono avvenuti e l’ Environmental Protection Agency ha pubblicato migliaia di pagine sui problemi di inquinamento e di rischi ambientali legati alla ricerca ed allo sfruttamento).
In particolare per il Val di Noto:
1) Il Val di Noto è classificato come territorio ad alto rischio sismico e non è trascurabile la possibilità che in quella zona si verifichino terremoti di magnitudo pari al sesto/settimo della scala Richter con effetti devastanti delle strutture presenti.
2) vi sono rischi ambientali legati alla prossimità di Riserve Naturali.
A cura di Dafne Anastasi