di Pietro Palau Giovannetti
Il ritardo con cui chiudiamo la prima edizione trimestrale del 2008 mi consente di apportare alcuni ritocchi all’editoriale, che molti avranno già letto con l’invio della news letter: <Vota Veltrusconi! Il partito trasversale di P2 e massoneria>. Chi non l’avesse ricevuta può trovarla nel ns. archivio on line o richiederla registrandosi.
L’esito del voto che ha visto l’affermazione del bipolarismo veltrusconiano e il volo del grande fratello, pronto a scambiare la staffetta alle prossime elezioni, in un alternarsi di false maggioranze e di false opposizioni, che garantiscono la governabilità del Paese, senza mettere in discussione i perversi equilibri di potere, ha pienamente confermato l’opinione secondo cui da qualunque angolazione (destra/centro/sinistra) ci accingiamo a guardare il problema della scelta della coalizione governativa e dei candidati da votare, il <meno peggio> continuerà a rimanere <figlio del peggio>, ovvero una sua creazione, appositamente concepita da menti raffinate e perverse, per allontanarci dal <meglio>, cioè da quello che ciascuno di noi profondamente desidera, e a cui ogni cittadino libero ha pieno diritto ad ambire.
Con la conseguenza che, nonostante le nostre buone intenzioni, continueremo a venire rappresentati da governanti che non ci rappresentano, i quali al di là degli schieramenti ideologici di appartenenza, incarnano i soli interessi delle lobby di potere trasversale che occupano le istituzioni dal dopoguerra ad oggi, soffocando la democrazia e i principi di legalità e di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Il Paese è infatti andato frettolosamente alle urne, sospinto da un’arguta regia che lo ha costretto a operare una scelta netta di campo, tra i due maggiori schieramenti, su fittizie contrapposizioni ideologiche, senza consentirgli di esprimere nuove forme di rappresentatività e propri veri candidati provenienti dalla società civile, che ne incarnassero le reali aspettative e bisogni.
D’altronde, senza il peggio non potrebbe esistere il meno peggio e la cultura oramai fattasi dominante di votare “turandosi il naso“, come scriveva, oltre trent’anni fa, Indro Montanelli, all’inizio della crisi dei partiti della prima repubblica, invitando a votare la vecchia Democrazia Cristiana (da lui appunto individuata come il “minor male” rispetto all’avanzata dei comunisti). Epoca da cui nulla è cambiato.
In quest’ottica di eclisse dei valori e di tramonto della cultura della legalità, dove la cultura del bene ha abdicato a quella del male (o del minor male), il peggio è ormai diventato l’alibi e la bussola che guida tutte le pseudoscelte esistenziali e di consumo dell’italiano medio, di cui il potere si serve per addormentare le coscienze, adombrando lo spauracchio della sorte del peggio, inteso come punto di riferimento negativo, per orientare il consenso politico sul “meno peggio”, che rappresenta la vera diabolica creatura delle <neodittature partitocratiche>.
Andando al voto, dopo l’insabbiamento delle inchieste sulle collusioni tra poteri forti, stato, mafia e massoneria, in un clima di aperta intimidazione nei confronti della parte sana della magistratura, l’italiano medio/cre ha così ingenuamente creduto di scegliere liberamente come migliorare il suo futuro, rispetto al peggio, e al suo punto di vista ideologico di partenza (Berlusconi visto dal centro-destra, Veltroni dal centro-sinistra, Casini dal centro, Fini da destra, Bertinotti da sinistra, Bossi da…,, etc.), pur essendo perfettamente consapevole dentro di sé che nessun partito e candidato premier incarnasse le sue reali aspettative e convinzioni.
Ed è così che la filosofia spicciola del meno peggio si è impadronita delle menti degli italiani, i quali senza accorgersene, illudendosi di scegliere, hanno votato compatti, contro i loro veri interessi, per l’egemonia del bispensiero veltrusconiano che, nella struttura bipartitica è in grado di fagocitare ogni forma di aleatoria opposizione, da cui è stato generato, in una società di stampo orwelliano, dove chiunque vinca, vince il progetto della P2.
Progetto da tempo condiviso dalle massonerie “regolari“, attraverso cui i poteri forti continuano a governare indisturbati, senza soluzione di continuità, controllando partiti di destra e di sinistra, giornali, sindacati, magistratura, forze dell’Ordine e i gangli nevralgici delle istituzioni, in una falsa alternanza bipolare, dove chi rifiuta di farsi omologare, adoperandosi per il rispetto della legalità, viene criminalizzato, villipeso ed emarginato, come accaduto nei recenti eclatanti casi dei magistrati De Magistris e Forleo, fatti passare per dei pazzi visionari.
Secondo lo stesso Licio Gelli il suo “Piano di Rinascita Democratica“, sequestrato nel 1982, si è pienamente realizzato e coincide con il programma di Berlusconi, il quale accusa a sua volta Veltroni di averglielo copiato (Cfr. intervista a Licio Gelli: “Avevo già scritto tutto trent’anni fa“, di Concita De Gregorio, la Repubblica del 28.9.03, scaricabile dal sito: http://www.disinformazione.it/ ).
A riguardo, anche il Gran Maestro del Grande Oriente, Gustavo Raffi, in occasione dei recenti Stati Generali di Rimini, pur affermando che il cuore della massoneria storicamente ha sempre battuto a sinistra, non ha nascosto nell’intervista rilasciata ad Alberto Statera di Repubblica che i massoni di oggi sono divisi a metà e avrebbero forse votato “divisi tra Walter e Silvio, cercando soluzioni condivise e riforme a grandi intese” (la Repubblica 5.4.08).
Nella società, preconizzata da George Orwell, nel suo famoso romanzo “1984“, che sia Veltroni che Silvio hanno sicuramente letto, chi dissentiva veniva condannato dal Grande Fratello alla “vaporizzazione“, proprio come accaduto a Falcone, Borsellino e, più recentemente, poco prima delle elezioni, al Giudice Forleo e al P.M. De Maqistris, rei di essersi spinti ad indagare sull’intreccio tra mafia. affari, politica e massoneria.
Il regime che governava il paese era totalitario, ma appariva agli occhi della gente come democratico e disposto a tutto per il bene della popolazione: al vertice del governo vi era il Grande Fratello, una persona onnisciente, a capo del Partito Interno, costituito da tutte le persone che prendevano le decisioni ed organizzavano la società. Al di sotto del Partito Interno vi era quello Esterno, i cui componenti lavoravano nei quattro ministeri, sui qu
ali poggiava la suddivisione dell’organizzazione governativa. Come oggi i suoi funzionari godevano di privilegi, quale l’ereditarietà della loro condizione e razioni più abbondanti, ma restando essi stessi schiavi dell’ideologia che avevano legittimato e riprodotto. Il Ministero della Verità, ove lavorava il personaggio principale Winston Smith, aveva il compito di riscrivere periodicamente la storia, censurando libri e giornali non in linea con la politica ufficiale e di ridurre le possibilità espressive della lingua, attraverso la pratica del bispensiero: artificio idoneo a limitare, mediante la sottrazione di termini atti ad esprimerli, gli stessi concetti linguistici a disposizione, in modo da sopprimere in radice ogni forma di pensiero critico e l’idea stessa delle libertà e dei diritti dei cittadini. Tra gli slogan su cui si fondava l’opera di rivisitazione della storia e di controllo delle masse vi era infatti quello che “chi controlla il passato controlla il futuro, e chi controlla il presente controlla il passato“.
Le menti delle persone erano in buona sostanza indotte a credere che tutto ciò che diceva loro il Partito doveva essere considerato vero, secondo la prassi del bispensiero, inculcatagli sin da bambini, procedimento attraverso il quale, oltre che nei documenti, venivano modificate tutte le tracce del passato anche dalle menti. In pratica, il Partito, per evitare nemici, eliminava le persone pericolose, cancellando però anche ogni traccia della loro stessa esistenza. Per evitare ritorsioni i sudditi dovevano vivere non solo in maniera omologata, nell’adorazione del Grande Fratello, ma anche condividere in toto l’ideologia imposta dalla “Neolingua” del bispensiero orwelliano, conducendo un’esistenza ispirata ai principi e ai valori propinati dal regime.
Nel timore di dissensi e sommosse, anche i membri del Partito erano tenuti costantemente sottocontrollo dalla psicopolizia, o polizia del pensiero, che sorvegliava le persone ogni istante tramite dei teleschermi (grandi apparecchi molto simili alle moderne televisioni) che, però, oltre a trasmettere, permettevano anche di guardare ed udire ciò che stava accadendo nel campo sensoriale in cui erano posti. Questi megateleschermi erano situati in ogni casa ed edificio, cosicché la psicopolizia potesse controllare ogni individuo, ascoltandone persino le parole nel sonno, e agendo tempestivamente in caso di necessità. Nel gradino più basso della scala sociale, vi era infine la restante parte della popolazione, pari all’85%, che conduceva un’esistenza priva di qualsiasi diritto e libertà, che si doveva comportare da veri e propri sudditi.
Tutti i psicoreati che potevano essere individuati nelle menti ribelli, rispetto ai falsi parametri storico-culturali dettati dalla Neolinqua, venivano puniti con varie forme di torture prevalentemente psicologiche, sino ai lavori forzati e alla condanna a morte o alla “vaporizzazione“. A differenza di tutti gli altri, Winston Smith che lavorava al Ministero della Verità col compito di modificare i documenti scritti, rimane però consapevole di ciò che architettava il Partito, che, pur spacciando di fare di tutto per il bene delle persone, peggiorava solamente la qualità della loro vita, privando i cittadini di ogni libertà, persino quella di gioire della vita e di fare all’amore. Così, pur sapendo di essere continuamente controllato e rischiare la condanna a morte, Winston comincia a condurre un’esistenza ispirata a principi opposti a quelli indotti dal regime, collaborando con un’organizzazione clandestina denominata “Lega della Fratellanza“, che si assumeva intendesse rovesciare il governo. Ciò, senza immaginare che si trattava di una sofisticata macchinazione attuata dal Partito Interno per prevenire qualsiasi opposizione e anelito di libertà dello spirito umano. O’Brien con il quale si confida è infatti una spia che fa il doppio gioco e che lo fa arrestare, sottoponendolo ad atroci torture e a un indicibile processo di degradazione, alla fine del quale Winston, ultimo custode dello spirito umano, è costretto a denunciare Julia e tutti i suoi compagni, per scoprire dallo stesso O’Brien che non è sufficiente confessare e sottomettersi: il Grande Fratello vuole avere per sé l’anima e il cuore di ogni suddito prima di metterlo a morte.
La dittatura immaginata da Orwell è quindi una “dittatura mentale“, non affatto dissimile da quella contemporanea, di tipo squisitamente ideologico, che viene imposta mediante il lavaggio del cervello e mirate campagne di propaganda e manifesti cubitali, ove ovunque capeggia l’effige del Grande Fratello e slogan del tipo: “il grande fratello vi guarda”, “la pace è guerra”, “la libertà è schiavitù”, “l’ignoranza è forza”. Il tutto accompagnato da sparizioni improvvise, senza alcun clamore, senza apparente violenza, proprio come di recente accaduto al G.I.P. Caterina Forleo e al P.M. Luigi De Magistris, i quali sono usciti di scena, nel silenzio delle istituzioni, la prima denunciando di aver subito ripetute pressioni e minacce, tra cui il preavvertimento mafioso della morte dei suoi genitori in un “incidente stradale”, e il secondo, denunciando di temere per la sua incolumità personale e rischiando di pagare il risarcimento dei danni all’ex Ministro di Giustizia (o della Verità), Clemente Mastella, per averlo sottoposto ad indagini.
Una situazione del tutto allarmante ed anomala che nulla ha a che vedere con la storia di un Paese civile, ma che ciò nonostante è stata avvallata dalle istituzioni dello Stato, dal C.S.M. e dall’intero sistema dei partiti, complici di tale degrado sociale, i quali oggi ci chiedono il voto, come se nulla fosse accaduto, promettendoci quella libertà che già ci hanno rubato, cancellando dalle menti degli italiani la stessa capacità di sognarla e di desiderare il bene e la giustizia.
In tale contesto, tipico di Paesi del terzo mondo, il bipensiero veltrusconiano rappresenta il “salto di qualità” che il Grande Fratello vuole far compiere alla moderna dittatura partitocratrica, dove non solo si pretende obbedienza assoluta, da parte dei magistrati e dei cittadini ma, addirittura, la spontanea condivisione del “sogno veltrusconiano” di ingabbiare l’elettorato, tramite la logica del meno peggio, nella prigione del bipartitismo e della falsa alternanza bipolare, dove a governare saranno sempre loro: gli uomini del Partito Interno, già immaginato da Orwell nel 1948, coi loro apparati clientelari e repressivi, attraverso cui saccheggiano le risorse pubbliche, mandando il Paese in rovina, con il nostro consenso.
Fatte queste premesse, chiunque sia convinto di avere diritto al meglio e che i propri figli crescano in un paese civile, fondato sul rispetto delle regole, in cui la giustizia sia veramente uguale per tutti, ovvero che gli italiani meritino di venire rappresentati da governanti scelti liberamente, avrebbe dovuto decidere di non votare, chiedendo ai presidenti di seggio di annullare la sua scheda e di verbalizzare che nessun partito rappresenta le sue aspirazioni. Perché in questa situazione di ristagno della politica, dove i partiti hanno esaurito la loro funzione storica e non sono pi
ù in grado di assolvere al ruolo guida di portare il Paese verso il progresso e la democrazia, il “non voto critico” rappresenta l’unico voto veramente utile.
L’alta percentuale che ha scelto di non votare rappresenta l’unico segnale veramente forte e chiaro di richiesta di cambiamento di cui il Paese aveva bisogno per iniziare a risollevarsi e a guardare ad un futuro, dove il fare politica significhi adoperarsi per il bene della società e non più un mezzo per arricchirsi alle spalle della collettività, come affermava Aristotele.
Chi non sia ancora del tutto rincitrullito e creda che sia possibile cambiare il mondo e il modo di pensare dominante, unendo le persone oneste, che credono nei valori e nella uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, indipendentemente dal credo politico e dalle paludose diatribe tra destra, centro e sinistra, non esiti dunque a diffondere e ad iscriversi alla nostra news letter, senza rattristarsi di aver vinto o perso le elezioni, perchè tanto questo regime è giunto al capolinea.
Una nazione che è andata al voto dopo aver imbavagliato e intimidito la magistratura affossando le indagini sul rapporto tra affari, politica, mafia, massoneria è tutt’altro che un grande Paese democratico e il buon senso degli italiani non tarderà a capirlo.
La Voce di Robin Hood, la cui ultima news letter è stata visualizzata da oltre 50.000 utenti, rappresenta un punto di riferimento dove poter respirare aria di libertà, scrivere e leggere la verità, notizie inedite e punti di vista che molto difficilmente si possono trovare sui media controllati dal potere. Un’avventura che, grazie al vasto interesse di pubblico, riscosso in particolare tra l’avvocatura e la magistratura italiana, nonché al sostegno che spero vorrete continuare a concederci, continueremo per tutto il 2008.
Pietro Palau Giovannetti
(Presidente Avvocati senza Frontiere)
P.S.: Sul prossimo numero on line alla fine di giugno:
$TATO MAFIA MA$$ONERIA COME UNICO $ISTEMA (TERZA PARTE)