di Dafne Anastasi (giurista)
Lei è stata definita la Robin Hood della TV. Le piace questo accostamento?
Robin Hood mi è simpatico, gli accostamenti meno.
La scelta di essere una freelance. Quali sono i pro e i contro?
Decidi il tuo tempo come vuoi. Risultato lavori di più. Contro se ti ammali, se ti chiudono la bottega, se vuoi rallentare…non fatturi. Intanto gli anni passano e sei sempre precario.
Quanti processi ha subito Per quali reati? È mai capitato che una notizia che lei ha divulgato diventasse automaticamente una notizia criminis contro di lei, prima che ne fosse verificata la fondatezza?
Abbiamo 28 cause aperte fra civili e penali, il reato contestato è quello della diffamazione a mezzo stampa. Finora è solo successo che qualche magistrato aprisse un’inchiesta a seguito di notizie da noi divulgate.
Non sarebbe il caso di creare dei meccanismi legislativi ope legis per sanzionare le querele pretestuose e/o infondate?
Mi pare che sia già previsto, ma devi arrivare alla fine del processo. Sarebbe invece il caso di introdurre un filtro di accesso per le cause civili, come avviene per il penale, in modo che la causa pretestuosa non ti infili automaticamente dentro un processo che può durare anche 10 anni.
Ci sono dei casi i cui grazie alle sue inchieste si è mosso qualcosa?
I Tribunali militari che facevano 56 processi all’anno prima erano 11, dopo la puntata hanno deciso di chiuderne 8 e il 50% dei magistrati è passato alla magistratura ordinaria. Sono stati cambiati i vertici all’agenzia Sviluppo Italia.
È stata cambiata la legge sul finanziamento pubblico all’editoria.
È stata cambiata la procedura dei crediti per i dipendenti della P.A. prima bastavano 6 esami per riscattare una laurea che comprendeva 22 materie.
Delle inchieste che ha fatto qualcuna ha trovato sviluppo nelle aule dei Tribunali? In percentuale quante vanno a buon fine e quante no?
E’ difficile dirlo…a volte scopri che a distanza di anni una tal Procura aveva iniziato ad indagare. Ma non è questo il nostro obiettivo, un giornalista deve solo informare. Punto.
Come nascono le inchieste?
Le inchieste nascono grazie alle segnalazioni. La nostra Redazione riceve circa 400 mail al giorno e si va da Trento a Caltanissetta. Per avviare un’inchiesta naturalmente le segnalazioni devono avere un minimo di consistenza, corposità, senso. Tendenzialmente Report si occupa di situazioni che rimangono negli anni.
Se ad esempio si volesse denunciare la presenza di rifiuti tossici, una cosa è dire che si sospetta che ci siano, un’altra è dire che al KM x, della strada y, in occasione dei lavori di ristrutturazione del manto stradale si stanno sotterrando rifiuti tossici.
La maggior parte degli argomenti nuovi viene dal pubblico. Poi però succede che se la persona è identificabile, scompare lei, la documentazione e tutto il fascicolo.
Le inchieste migliori nascono quando chi ha sollevato il problema è uno roso dall’invidia che pensa “muoia Sansone con tutti i Filistei!!!”. Mai lo spirito di giustizia o di ricerca della verità, è uno che “rosica” dall’invidia per non aver potuto mangiare un pezzo di torta…
Qual è il protocollo per richiedere un’intervista ai politici?
La maggior parte delle volte è inevitabile passare attraverso gli uffici stampa. Ti viene chiesta la lista delle domande, che però poi puntualmente non vengono lette.
Qual’ è la top ten delle scuse con cui viene rifiutata o rimandata l’intervista?
Spesso in genere si usa la scusa di essere in viaggio all’estero, peccato che poi magari li becchi in qualche ristorante a pranzo.
Cosa direbbe a un precario del giornalismo per incoraggiarlo a proseguire il proprio lavoro?
E’ il più bel mestiere del mondo, fallo diventare uno scopo di vita. E’ richiesta tanta pazienza.
Quanto le costa dal punto di vista umano fare il suo mestiere?
E’ un mestiere che amo, quindi anche i sacrifici mi sembrano tollerabili.
Qual’è il requisito imprescindibile di un giornalista. Come ha scelto i suoi collaboratori?
L’integrità e la pazienza. I collaboratori li ho scelti per patologia compatibile.
Lei ha dichiarato in una recente intervista di non fare nulla di più di quello per cui viene pagata. Poche persone fanno la loro parte se tutti facessero la loro non sarei considerata una “mosca bianca”.
Che ragione si è data a questa defezione di massa. Pigrizia, codardia o altro?
Pigrizia, codardia, ma anche errore…nella scelta della professione.
Secondo una classifica stilata da Reporter Sans Frontieres l’Italia è un Paese semilibero, piazzandosi al 40° posto per la libertà di stampa. Ci sono degli argomenti tabù che non si possono neanche sussurraree la cui mancata conoscenza contribuisce a creare una situazione socialmente bloccata?
Certamente, ma non credo che abbiano qualche attinenza con la libertà di stampa. Non si parla dei sindacati, del rapporto Nord-Sud, dell’influenza della Chiesa, delle migliaia di parassiti pubblici che meriterebbero il licenziamento in tronco…non si è liberi di parlare di questi argomenti perché suscitano reazioni violente e si teme il giudizio popolare. E’ una questione di cultura.
Secondo lei è più sviluppata la censura o l’autocensura?
L’autocensura. Credo che la censura sia una scusa. Preciso che io non ho mai ricevuto una censura da parte del Direttore, né mi è stato chiesto di tagliare o non mettere in onda qualcosa. Bisogna spendersi molto a dare motivazioni e discutere.
La censura comunque è poco diretta, agisce sul modo. Ti viene detto ” Meglio che fai in un altro modo, forse può essere giusto levarlo.”
Talvolta ti viene detto “guarda che non si capisce niente”. Questo può essere vissuto come un atto censorio o no. In alcuni casi levare qualcosa ha comportato un perfezionamento del pezzo.
Il potere specula sull’ignoranza dei cittadini. Lei spesso tenta di tradurre in termini semplici questioni ostiche per i non addetti ai lavori tramite esperti o periti vari. Qual è la prima reazione quando li contatta Le hanno mai detto di no?
Gli esperti di qualcosa di ostico sono sempre felici quando qualcuno vuole divulgare la materia di loro competenza. Sono i diretti interessati che non si fanno mai trovare!
Montanelli diceva che la corruzione comincia con un piatto di pasta. Per questo lei è così magra?
Non credo, io mangio molta pasta…anche dolci. Sono magra perché brucio in fretta e mi muovo parecchio.
Da cosa nasce il suo idealismo?
Dalla vita…e da quel che mi è rimasto di mio padre.
Volente o nolente lei è divent
ata un modello, un punto di riferimento, un’oasi di salvezza per tante persone. Lei ce l’ha un modello, uno scrittore, un personaggio della storia che l’ha ispirata o incoraggiata?
Mio padre, morto 16 anni fa.
Che libro ha sul comodino?
In questo momento sto leggendo Destinatario Sconosciuto.
La democrazia è fallita?
Il male di questo Paese è la sua classe politica. Io negli ultimi anni ho votato contro qualcuno e non per qualcuno. Credo che l’Italia debba diventare un problema a Bruxelles. Devono capire che la situazione è pericolosa. Io sono per le vie legali e pacifiche. Bisogna continuare a essere incazzati. Non aspettiamo che siano gli altri a fare le cose.