A fine settimana si vota per eleggere il nuovo Parlamento europeo, attualmente retto dal governo sovranista delle banche e da politiche punitive e illiberali di austerità, sacrifici, precarietà, sviluppo ineguale, discriminazioni razziali, sfruttamento dell’uomo e delle risorse dei paesi c.d. ipocritamente poveri, distruzione dell’ambiente e morte civile per chi si oppone allo status quo.Dall’esito dei risultati elettorali, con i nuovi equilibri politici, si andrà a formare il nuovo Parlamento Europeo, che a sua volta nominerà il Presidente della Commissione Europea, con i relativi commissari, ovvero il Governo della stessa unione monetaria europea. E, sarà possibile affermare nuove scelte in materia di politica economica, immigrazione, sicurezza, giustizia, etc. E, cioè quant’altro possa incidere sulle condizioni di vita dei cittadini membri dell’Unione Europea.Fino ad oggi lo scontro politico in atto in tutti i Paesi coinvolti nella consultazione elettorale è tra i filo-europeisti e i sostenitori della teoria sovranista, i quali contestano il ruolo egemone affidato alla Banca Centrale Europea, essendo un’istituzione privata, abdicando ai banchieri la sovranità monetaria che, invece, deve appartenere ai popoli e ai singoli Stati membri.Ma, nessun partito politico, movimento o candidato si è posto nella prospettiva di andare oltre tale sterile diatriba, rovesciando i termini dei problemi, destrutturando le logiche del pensiero unico mondialista – arcaico paradigma su cui si fondano sia le politiche in materia monetaria europea sia di giustizia sociale – a partire dall’abolizione delle carceri per i reati minori che spesso nascono da situazioni di degrado sociale, quale alternativa verso un più moderno sistema economico a misura d’uomo. E non formato banche, l’unico vero crimine legalizzato che genera miseria, povertà, disoccupazione, ingiustizie sociali, violenze, guerre, avidità, speculazione, sfruttamento, mercificazione dell’uomo e del suo habitat naturale, disastri ambientali, alienazione, cicliche crisi finanziarie a catena, soggiogando l’intera umanità resa schiava dei mutui bancari, dei tassi d’interesse, del debito pubblico, del cd. spread e dei “mercati finanziari”, entità evanescenti nelle mani di un pugno di centri di potere occulto e multinazionali o galassie che controllano gli assetti planetari.Si stima siano meno di 1000 le entità che esercitano la loro influenza sulle sorti dell’umanità, portandola ad un passo dall’autodistruzione, senza che quasi nessuno ne conosca nomi e volti. In un’inchiesta pubblicata dal Fatto Quotidiano tra i primi 500 vi sono gli amministratori delegati delle multinazionali inserite nella lista di “Fortune 500”, le 500 maggiori imprese del mondo. Questi gruppi transnazionali tra loro interconnessi rappresentano una rete solida nella quale tengono imprigionati 7 miliardi di individui, controllando la produzione di cibo, armamenti, energia, acqua, informazione. Ma, soprattutto, attraverso la politica, oltre all’economia e alle sue degenerazioni finanziarie (crack bancari, titoli tossici), controllano le istituzioni democratiche e il territorio, imponendo sull’interesse pubblico e il bene comune, logiche predatorie e gli interessi di pochi soggetti privati, in grado di mettere a tacere, attraverso il monopolio della violenza “legittima” esercitata in nome dello Stato, chiunque si permetta di mettere in discussione l’ordine costituito. Le altre 500 entità appartengono al mondo finanziario. Secondo l’Ufficio del Tesoro Usa le maggiori società di intermediazione mobiliare e divisioni bancarie sono Bank of America, J.P. Morgan, Goldman Sachs, Citybank e Hsbc Usa, oltre a 5 banche: Deutsche Bank, Credit Suisse, Ubs, Citycorp-Merill Linch e Bnp-Paribas, che in totale controllano più del 90% dei titoli dei derivati emessi. Queste entità gestiscono l’economia virtuale, fino a consentirgli di controllare l’emissione della moneta. Si tratta di un sistema diabolico, in cui ogni anno nei Paesi occidentali muoiono 3.400.000 persone per patologie legate alla sovra-alimentazione, mentre nei cd. paesi poveri quasi un miliardo di uomini, donne e bambini soffrono la fame e circa 36 milioni muoiono annualmente, quando quasi il 40% del cibo prodotto finisce nella spazzatura. Basterebbero 50 miliardi di dollari per evitare tale olocausto annuale, una cifra irrisoria se si pensa che le élite economiche spendono 500 miliardi di dollari in pubblicità e circa 1.800 in armamenti.In questo desolante quadro e bailamme tra ignoranza, ipocrisia, avidità, sete di potere, codardia, indifferenza e oscurità su un retto modo di vivere e intendere la politica ci siamo domandati quali prospettive di cambiamento reale possano offrire ai cittadini le attuali forze politiche e i candidati al Parlamento europeo. Abbiamo, così, accettato di pubblicare un’intervista ad Eugenio Casalino, candidato europeo M5S, per la circoscrizione Nord-ovest, che ha dimostrato vicinanza e interesse ai grandi temi della giustizia a noi più cari, sostenendo alcune battaglie civili, quali la lotta alla corruzione, banche, multinazionali, carceri, difesa diritti umani e libertà di informazione.L’INTERVISTAD: Qual è il tuo programma per le europee?R.: L’Unione Europea o cambia o muore. Noi siamo per cambiarla, per rendere finalmente reale una Europa dei popoli e non della finanza e delle élite, coloro che hanno realmente governato l’Europa fino ad oggi. Ciò significa limitare lo strapotere che hanno avuto finora le multinazionali, le lobby e le banche nel determinare le normative europee più favorevoli ai loro interessi. Dobbiamo cambiare radicalmente le politiche europee finora impostate unicamente sull’austerità che ha prodotto solo disastri sociali. Dobbiamo cambiare le regole sulla finanza, con una separazione tra banche di investimento e banche d’affari, cambiare la regolazione del settore bancario che ha molto penalizzato le banche territoriali italiane e avvantaggiato le banche francesi, inglesi e tedesche molto più esposte sui rischi finanziari. Dobbiamo cambiare radicalmente i bilanci europei finora orientati alle grandi infrastrutture, come in Italia, e orientarli invece sulle opere di interesse locale e con un rapporto costi benefici favorevole, orientarli sulla cura del dissesto idrogeologico e sul trasporto pubblico locale e ferroviario. Dobbiamo tagliare enormi sprechi nelle istituzioni europee, la doppia sede del parlamento, i costi esorbitanti della Commissione, tagliando i vitalizi e gli stipendi dei parlamentari e dei burocrati. Dobbiamo semplificare le procedure per accedere ai fondi europei per permettere anche all’Italia di sfruttarli pienamente e introducendo maggiori controlli sulla spesa per evitare corruzione e mafie nella loro gestione. Dobbiamo aumentare drasticamente gli investimenti europei in innovazione, ricerca, nuove tecnologie, la chiave che ha permesso a molti paesi del mondo di battere la crisi. L’Europa non deve essere una burocrazia matrigna ma una comunità solidale!D.: Abbiamo letto del tuo importante impegno per portare alla luce l’enorme dissesto nella gestione delle case popolari. Come mai nonostante sia emersa una gestione fraudolenta nel sistema degli appalti e il commissariamento di ALER la situazione è rimasta più o meno tale?R.: Abbiamo depositato un esposto alla Corte dei Conti per mezzo miliardo di euro di buco delle passate gestioni. Attendiamo gli esiti. Le azioni correttive sono prerogativa della Giunta regionale lombarda, che purtroppo sinora è rimasta sorda.D.: Come sai, Avvocati senza Frontiere e il Movimento per la Giustizia Robin Hood hanno patrocinato dal 1999 svariate centinaia di ricorsi sino alla CEDU, denunciando sfratti illegittimi di anziani e malati. Sei disposto a farti paladino a livello europeo delle istanze degli assegnatari più deboli e indifesi sul rispetto del diritto alla casa?R.: Certamente, da consigliere regionale del M5S per cinque anni in Lombardia ho seguito molto il tema delle case popolari andando spesso nei quartieri periferici di Milano e provincia per toccare con mano i problemi di chi vive nella realtà delle case popolari spesso degradate e portando le loro istanze direttamente all’ente gestore, ossia ALER. Abbiamo proposto che la Regione destini l’% del suo bilancio al tema case popolari. E’ importante che anche l’Europa si esprima su questi temi.D.: Cosa intendi fare in concreto sui diritti umani, in favore della miriade di associazioni che si adoperano per il rispetto del principio di eguaglianza di fronte alla legge, oltre ad essere tra i fondatori dell’Associazione 5 Stelle per la Legalità ed iscritto da 10 anni ad Amnesty International. Sei disposto a farti portavoce in Europa delle loro istanze, costruendo insieme a noi un progetto per collegare tutte le Associazioni e dar loro maggior forza e visibilità per capovolgere il rapporto tra Stato e persona umana, costruendo un’autentica democrazia dal basso, in cui individui e popoli si uniscano, rendendo più efficace e meno vulnerabile l’azione di ogni singola associazione, che spesso si trova isolatamente ad affrontare la repressione governativa nel proprio Paese?R.: Assolutamente si, sono molto interessato a portare le istanze che riguardano in generale i diritti umani all’interno delle istituzioni europee con una azione di sensibilizzazione e coinvolgimento il più ampio possibile delle forze politiche all’interno del Parlamento europeo su questi temi qualora fossi eletto. Una alleanza paneuropea di associazioni per un nuovo progetto di Europa con una azione dal basso è nel DNA del Movimento 5 Stelle.D.: Come pensi di poter efficacemente contrastare la corruzione politico-istituzionale, in considerazione che è ormai un sistema di potere sclerotizzato?R.: Il M5S ha già approvato la legge Spazzacorrotti, altri provvedimenti arriveranno. Mi farò promotore di una campagna anticorruzione sull’utilizzo dei fondi europei, chiedendo di entrare nella commissione del parlamento europeo che si occupa del controllo della spesa.D.: Come pensi che Il M5S possa in concreto realizzare il programma indicato nella piattaforma Rousseau, dato che il “contratto sociale” è stato rotto e le istituzioni dello Stato e la magistratura non sono in grado di difendere e proteggere efficacemente i diritti e le libertà dei cittadini e i beni di ciascun associato?R.: Per realizzare un programma occorre andare al governo. Stando all’opposizione è difficile realizzare un cambiamento vero. Il M5S sta provando a portare legalità dentro le istituzioni con una forte azione anticorruzione. Occorre proseguire con una riforma della giustizia che torni ad essere un baluardo efficace a difesa dei cittadini tutti e non solo di una parte, spesso collusa con poteri forti.D.: Non credi che il M5S non abbia mai avuto una posizione forte e chiara sul vasto fenomeno della corruzione giudiziaria e dovrebbe farsi promotore di leggi più severe sulla responsabilità civile e penale dei magistrati collusi con i poteri forti?R.: Si, penso che il ministro Bonafede dovrebbe impegnarsi su questo tema con nuove norme e nuovi strumenti di repressione del fenomeno della corruzione giudiziaria. Mi farò promotore di questo tema con il ministro e nel parlamento europeo se verrò eletto.D.: Quali posizioni hai rispetto alla Lega e alle derive reazionarie e razziste?R.: Condanno nel modo più assoluto certe prese di posizione razziste. Trovo discutibile, tra l’altro, che il Decreto Sicurezza abbia scaricato sui Comuni l’onere dell’accoglienza temporanea di chi non ha più protezione dello SPRAR. Io ho votato a favore dell’autorizzazione a procedere su Rousseau per Salvini.D.: Come riesci a coniugare la tua collaborazione professionale con vari istituti bancari con la lotta al sistema bancario;R.: Ho smesso di lavorare per le banche 11 anni fa.D.: Come giudichi la condizione nelle carceri italiane e il sistema penitenziario rispetto a quello di Paesi europei più evoluti dalla Spagna alla Svezia dove per i reati lievi e i soggetti privi di pericolosità sociale vi è un ampio ricorso alle misure alternative?R.: ll sistema carcerario soffre di carenze croniche che vanno indirizzate quanto prima. Come consigliere regionale ho visitato le carceri lombarde toccando con mano la situazione. Occorre sicuramente allinearci alle pratiche dei Paesi europei più evoluti, proponendo risoluzioni in tal senso al Parlamento europeo.D.: Come giudichi la carcerazione degli attivisti per i diritti umani nei Paesi con statuti (apparentemente) democratici?R.: Ovviamente ne penso tutto il male possibile. Voglio occuparmi del tema nel prossimo Parlamento europeo, andando anche a trovare Assange e altre persone ingiustamente perseguitate.D.: Hai sostenuto la petizione per la liberazione di Assange e del Presidente della nostra Associazione Movimento per la Giustizia Robin Hood – Avvocati senza Frontiere?R.: Ho preso posizione pubblicamente contro il recente arresto di Assange e ho messo le due petizioni sulla mia pagina Facebook, sottoscrivendole entrambe. Appena possibile è mia intenzione, anche qualora non venissi eletto, redigere una interrogazione parlamentare sull’inquietante vicenda giudiziaria di Pietro Palau Giovannetti, che lo ha portato a subire abnormi condanne per reati ideologici e un’ingiusta detenzione nel generale silenzio della stampa di regime.D.: Un’ultima domanda. Parliamo di libera informazione e di Radio Radicale. Oggi è scaduta la convenzione, senza disporre la proroga. Di Maio aveva promesso che si sarebbe trovata una soluzione, dichiarandosi d’accordo con l’emendamento proposto dalla Lega di una proroga di sei mesi. Mentre, invece, il Ministro Bonafede ha sostenuto la linea dura di Crimi che vorrebbe chiuderla. Tu non credi che bisognerebbe distinguere le posizioni di giornali e di emittenti asserviti agli interessi della partitocrazia, chiese o lobby da quelle dei rari esempi di libera informazione in diretta, senza filtri, come Radio Radicale, che offre, da quasi 50 anni, un servizio pubblico e di pubblica utilità, rappresentando un baluardo della democrazia e la memoria storica del nostro Paese?R.: Penso sia utile trovare una soluzione che tenga insieme il principio sacrosanto del taglio ai fondi all’editoria e il servizio pubblico che Radio Radicale ha svolto in passato. Il suo archivio è una risorsa per il Paese.D.: Ma, ora che l’emendamento è stato respinto, con il voto contrario del M5S, quali rimedi o soluzioni, a tuo avviso, potrebbe trovare il Governo per salvare Radio Radicale. O, dobbiamo sperare in un cambiamento di regime?Una proposta potrebbe essere quella di indire una gara che tenga conto dell’eccezionale esperienza di Radio Radicale che rischia di svanire nel nulla col suo immenso archivio storico, dopo oltre 43 anni di attività istituzionale svolta nel rispetto del pluralismo dell’informazione, senza peraltro usufruire di entrate pubblicitarie.
Postato, 21/5/2019